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FONTANA

LUCIO

Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fe, in Argentina.

Al termine della guerra intraprende i suoi studi d’arte presso l’Accademia di Brera a Milano. Successivamente parte per qualche anno in Argentina, dove realizza le sue prime sculture.

Nel 1928 ritorna in Italia dove esplora tutti gli aspetti della materia per giungere ad un’arte epurata. Due anni più tardi, è fondatore con altri del gruppo degli Astrattisti Italiani. La sua prima mostra personale viene organizzata nel 1930. Dal 1939 al 1945, si rifugia a Buenos Aires lanciando una “protesta artistica” contro la guerra.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la sua arte viene riconosciuta in modo concreto; Fontana s’impone con un gesto potente che perfora, buca e talvolta lacera la tela e la materia. Nel 1946, si occupa della redazione del “Manifesto Blanco” che preannuncia la fine della tela dipinta e l’affermarsi di un’arte dinamica, un cambiamento sia formale che di contenuto. 

Nel 1947, pubblica il “Manifesto Spaziale”. Sul finire degli anni 40, Fontana realizza delle opere in tubi al neon che installa in funzione dei luoghi, con l’intento di creare un’ambiente spaziale; l’artista annuncia la fine dell’arte, realizza dei monocromi, dipinge delle astrazioni interstellari. Più tardi, e con l’obbiettivo di andare oltre lo spazio, taglia le sue tele con un colpo di coltello. Dal 1960 ritornerà a delle forme pure dipinte o scolpite, delle sculture oggetto.

Lucio Fontana muore in Italia a Varese nel 1968.

 

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